Renato Adinolfi
Renato Adinolfi (Salerno, 9 febbraio 1929 – 16 novembre 2007), campione italiano per corrispondenza 1976, è tra quanti hanno contribuito in modo decisivo a sprovincializzare il movimento scacchistico salernitano. Nel bellissimo ricordo del maestro Gianfranco Falchetta sembra di poter tornare a resipirare l’aria di quel periodo magico immediatamente successivo al match Fischer- Spassky .
Il ricordo dell’amico Giovanni Falchetta
Renato Adinolfi, 26° Campione Italiano Assoluto ASIGC, ci ha lasciati il 16 Novembre 2007. Nato il 9 febbraio del 1929, è stato imprenditore conosciuto e stimato della sua città: Salerno. Persona brillante, di grande cultura, coltivava molte passioni, e oltre ad essere un eccellente scacchista era anche un ottimo giocatore di Bridge. Padre premuroso di quattro figli, Vincenzo, Massimo, Paola e Raffaele, è stato da loro ricambiato nel modo migliore che un padre possa desiderare. Tutti hanno condiviso le sue passioni, frequentando per un periodo anche il circolo di scacchi, dimostrando talento e qualità non comuni. Ma più di ogni altra cosa hanno ripagato l’affetto e la cura della propria madre Anna e di Renato, genitori esemplari, raggiungendo tutti brillanti traguardi nella loro vita professionale. Il figlio maggiore, Vincenzo, coltiva ancora ai massimi livelli la passione per gli scacchi trasmessagli dal padre, ed è un ottimo maestro di scacchi ed un caro amico. Il mio debito di riconoscenza, umano e scacchistico, nei confronti di Renato Adinolfi è davvero grande, ed è per me un onore poterne ricordare la figura agli amici dell’ASIGC attingendo dai miei ricordi.
Ho avuto il privilegio di frequentare il Gruppo Scacchistico Salernitano negli anni immediatamente successivi al boom legato al Match Spassky – Fischer, a quel tempo Renato Adinolfi era già un forte giocatore. Il clima di interesse e di entusiasmo che si respirava intorno al mondo degli scacchi nella prima metà degli anni settanta non credo sia ripetibile, e riesce anche difficile spiegarlo. Giunsi al circolo la prima volta nell’inverno del 1973, mentre era in pieno svolgimento il Campionato Provinciale di Salerno. Imparai subito i nomi dei favoriti, dei giocatori più stimati del circolo: Antonio Martorelli, Vincenzo Meo e Renato Adinolfi. I soci dell’ultima ora, come il sottoscritto, si passavano voce per pubblicizzare le sere in cui essi erano presenti al circolo. A quel tempo non esisteva internet, non solo, ma anche trovare notizie, libri, pubblicazioni era molto difficile. Poter frequentare il circolo le sere in cui sapevamo della loro presenza era un evento vissuto con trepidazione. In quegli anni Renato Adinolfi partecipava alla finale del Campionato Italiano per Corrispondenza, e la sera al circolo aveva l’abitudine di mostrare le sue partite a noi giovani principianti. E’ facile comprendere il nostro entusiasmo, e quale immensa fonte di idee e conoscenza rappresentavano le sue spiegazioni, molte delle quali ricordo ancora in modo nitido.
Renato aveva l’abilità di proporre le sue analisi illustrando con grande abilità le premesse strategiche e tattiche che le ispiravano, senza però rivelare subito la mossa, o anche le mosse, che stava vagliando. Tutto risultava in tal modo molto più interessante, perché favoriva la nostra partecipazione e, quindi, l’apprendimento. Si trattava di vere e proprie serate didattiche, che per me hanno rappresentato la premessa fondamentale per il salto di qualità che dal 1973 al 1977 mi portò da esordiente al titolo magistrale. Renato vinse peraltro il titolo di Campione Italiano Assoluto ASIGC nel 1976, a dimostrazione della profondità e della bontà delle sue idee. Alla luce delle nozioni che ho appreso nei tanti anni di studio e di pratica scacchistica, posso senza dubbio affermare che Renato Adinolfi era dotato di una grande qualità: la capacità di coniugare in modo molto efficace pragmatismo e rigore concettuale. Molti giocatori nel cercare di interpretare i principi del gioco perdono di vista la realtà, in continuo mutamento, che propone la scacchiera, Renato Adinolfi era in questo un maestro. Per poter meglio esprimere le sue idee, e il suo stile, credo che non vi sia cosa migliore che vedere una sua impeccabile partita.
Qui la classifica finale
Lascia una risposta