Ferruccio Ferucci
Io non voglio giocare solo a scacchi e non interessarmi di quello che succede fuori della porta; voglio giocare a scacchi, ma voglio portarmi dietro anche un rapporto che veda quello che succede nel mondo.
(dall’intervento al 3° Festival Italiano dei Giochi – Gradara, 18-27 settembre 1992)
Recentemente ci ha lasciato Ferruccio Ferucci, figura centrale dello della politica associativa nel periodo a cavallo tra gli anni settanta e novanta del secolo scorso.
Eletto presidente dell’Arci Dama Scacchi nel maggio 1979, ne è stato ininterrottamente confermato al vertice fino al 1992, guidando la “traversata nel deserto” che, via ARCI Unione Giochi (1982), è approdata in Lega Scacchi UISP (1985).
Il Maestro di scacchi Alessandro Pompa, Segretario nazionale della Lega Scacchi UISP durante la presidenza di Ferruccio, ha scritto delle bellissime parole in suo ricordo.
A lui lascio volentieri la parola.
Per un mondo bello, colorato e giusto, in cui la diversità fosse un bene comune.
Mettendo in comune ogni ricchezza, ogni strumento di cui si veniva in possesso.
Ponendo il “Re dei Giochi” al servizio di vere e proprie arti ludiche ingiustamente misconosciute nel nostro Paese, ma non meno regali: Dama, Go, Othello, Backgammon, Mah-Jong. Mettendolo in piazza; rendendolo mezzo e non fine; educazione e rieducazione; “Cultura” e “Sport”; “Popolare” e “Per tutti”.
Per molti anni Segretario particolare del Sindaco a Forlì, è stato Presidente del Circolo “Paul Keres” e poi co-fondatore e Presidente di ARCI-Dama Scacchi, ARCI Unione Giochi e Lega Scacchi UISP (1978-2002), salvandola dalla crisi dell’ARCI e portandola a un passo da un accordo storico con la FSI di Sergio Mariotti.
Mai una parola sopra le righe. Mai un’opinione espressa senza cercare prima di capire. Da cittadino serio e specchiato. Da democratico vero. Sempre coinvolgendo, chiedendo, ascoltando, dando fiducia. Pane quotidiano per un figlio del popolo che ha respirato da bimbo lacrime, guerra, sogni, dolore, fame di tutto e sete di libertà e di giustizia prima di essere uomo. Cosa difficile e faticosa per chi (noi, oggi) non ha memoria ed è malato, pieno di sé, tanto da prendersi tutto lo spazio e toglierlo agli altri. Mai da “uomo solo al comando”. Mai costruendo sistemi di potere e “ginnastiche di obbedienza”. Mai coltivando rapporti, amicizie nel senso più schiettamente italiano e anticamente romano del termine.
Dunque, “non ci sono poteri buoni”? No. O forse no… Tirato per i capelli nel ’78 alla Presidenza della Lega Scacchi, per un quarto di secolo Ferruccio è riuscito a farci sognare un mondo migliore con il suo esempio, la sua sensibilità e umanità. Con il gioco. Facendoci mettere in gioco per primi, con lui. La nostra rivoluzione.
Tornei Internazionali FIDE organizzati a Forlì con il GM Anthony Miles per promuovere Convegni internazionali su “Matematica e scacchi”; Mark Tajmanov, mitico sfidante di Fischer, chiamato nel 1990-92 a San Vincenzo dall’URSS per accreditare Seminari Nazionali per Formatori di Istruttori (con Zichichi, Izzo, Rosino, Maresca, Albano, Lombardi, Garrett insieme); gli scacchi nel grande circuito associativo (ARCI, UISP, CSAin, AICS, Libertas, Us ACLI, CSI, MSP, CSEN…); la poli-ludicità come strumento; le traduzioni dal russo di Guido Gallozzi delle teorie scacchistico-affabulatorie di Viktor Ivanovic Gonciarov, eretico avversario della mitica scuola di Botvinnik; giocare in carcere; la disabilità, la sofferenza psichiatrica, i bambini piccoli, la psicomotricità scacchistica dai 3 ai 7 anni, ’interdisciplinarità scolastica, eterodossie di ogni tipo, le metodologie più rivoluzionarie… Tutte le nuove frontiere scacchistiche e ludiche sono passate per l’UISP-Lega Scacchi di Ferruccio: un Paradiso nel paese ludicamente più arretrato d’Europa, grazie ad un uomo magnifico e illuminato, conscio di rendere giustizia all’impegno proprio facendo esprimere tutti.
Da Forum Livii a “Berti in Oro”. Alla moglie, ai figli, ai nipoti, agli amici che lo hanno accompagnato, un grandissimo abbraccio. A noi, ricordi splendidi e incancellabili. Ferruccio non morirà mai. Ha seminato bellezza e speranza in chi lo ha conosciuto; ha coltivato fronti di ricerca che sono ormai patrimonio del mondo, salvi per sempre da un meraviglioso Paese che storicamente dimentica tutto: a cominciare da sé.
Alessandro Pompa
Sebastiano Izzo e “gli avventurieri”
Atti del Convegno “MATEMATICA E SCACCHI” (Forlì 1992)
Giochi – Scacchi – I presidenti
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