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La corsa inseguendo gli uccelli
Di Piero Gambardella
Raffaele Punzi era uno dei ragazzi che, all’inizio degli anni novanta sotto la guida dell’A.I. Francesco De Sio, all’epoca presidente del circolo di Cava, cominciava a muovere i primi passi nel mondo degli scacchi.
Ricordo con piacere i suoi progressi in quel periodo attraverso i tornei sociali, quelli giovanili e le partitine lampo che già lasciavano intravedere il suo stile di gioco solido e razionale.
Poi per me cominciarono gli anni del lavoro, il lungo peregrinare nella penisola tra Roma, Torino e Napoli, in quello che noi poliziotti chiamiamo la “ corsa inseguendo l’uccello” (intendendo scherzosamente l’aquila sul fregio del berretto della divisa ma … non solo).
Così solo da lontano e da amici in comune ho potuto seguire la maturazione di Raffaele nella vita, apprendendo del suo impegno per la salvaguardia degli animali presso il WWF e la LIPU di Cava, come pure del brillante percorso accademico passato attraverso la laurea in Fisica ed i successivi viaggi di specializzazione in Messico, Canada sino al dottorato di ricerca presso l’Università di Amburgo.
Anche negli amati scacchi, pur limitando di molto gli impegni nei tornei, egli aveva nel tempo facilmente raggiunto la qualifica di C.M ed un rispettabile Elo di 2000 punti giocando saltuariamente in Italia e qui e là in Europa ed America, durante i soggiorni di studio e di lavoro.
Lettieri - Punzi
Poi lì a Como nel marzo del 2009 l’ultima partita giocata di nero, certo Raffaele non potevi immaginare che su quella montagna il tuo avversario era il destino stesso e l’attacco portato da quegli enormi pezzi bianchi era troppo forte e rapido per essere evitato.
All’improvviso così, troppo in fretta, terminava la tua corsa inseguendo gli uccelli.
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