IL BARBIERE – giugno – luglio 2001

MARIO MARTORELLI PROTAGONISTA ESTIVO
D’estate l’attività agonistica langue, ma anche le modeste manifestazioni organizzate in questo periodo permettono di individuare un piccolo campione: Mario Martorelli (classe 1988!) ha vinto un ben frequentato torneo semilampo, davanti a Michele Galdi, Mario Lamagna e Virgilio Capozzi.
Anche l’ultima manifestazione della stagione, un pensa-pensa, è stata vinta dalla piccola terza nazionale, con ampio vantaggio su Francescopaolo Di Milia e sul fratello Vincenzo Martorelli. È lecito attendersi da lui ancora ampi miglioramenti.
Questo numero de Il Barbiere è decisamente balneare: in mancanza di attività agonistica, abbiamo privilegiato posizioni curiose, finali facili, trucchi, aperture improbabili, sviste clamorose, insomma quello che i nostri soci praticano maggiormente in questo periodo. Possa la rivista rappresentare un momento di frescura in questa calda estate.
Per le manifestazioni più importanti, invece, appuntamento in autunno: il bando del 2° Campionato Sociale Open è già stato inviato in Federazione.
L’appuntamento con tutti i soci è per sabato 20 ottobre alle 16.
Studi e commenti del giovedì
storie da circolo
Tra i personaggi su cui si raccontano leggende al Circolo vi è un certo Ceccarelli, protagonista di alcune avventure esilaranti; costui possedeva una FIAT 500, dal cui specchietto retrovisore pendeva un pupazzetto.
Un giorno confuse la sua 500 con un’altra identica, eccetto che per il pupazzetto appeso: la chiave aprì la serratura della portiera, ma non metteva in moto l’automobile.
Il commento dell’ineffabile Ceccarelli nel rendersi conto che qualcosa non andava fu: «Uh, si sono rubati il pupazzetto!».
MACEDONIA D’ESTATE
Nel corso delle analisi che si svolgono al circolo, capita non di rado che si raggiunga un finale di Torre e Pedone contro Torre.
Nonostante le proteste di alcuni soci, che danno per scontato che determinate posizioni siano patte, c’è sempre qualcuno che vuole sviscerarle fino alla nausea, giungendo peraltro alla stessa conclusione.
Per alleviare il lavoro analitico dei soci per l’avvenire, diamo alcune posizioni in cui la parte debole patta senza difficoltà.
La regola generale recita che se il Re della parte debole controlla la casa di promozione il finale è patto: questo esempio è tratto dal mitico libro di Fine, Basic Chess Endings.
Poiché la Torre nera impedisce l’avanzata del Re bianco, questi è costretto a farsi scudo col Pedone:
Se invece la parte debole non controlla col Re la casa di promozione, il finale è normalmente vinto dal partito più forte quando il Pedone è almeno in quinta, altrimenti per vincere bisogna che il Re del difendente sia almeno a tre colonne di distanza dal Pedone.
La posizione principe da raggiungere è quella di Lucena, detta così dall’autore spagnolo che per primo la pubblicò fra il 1495 e il 1497.
Esistono però eccezioni alla regola principale: una è in questo studio di Keres.
È noto che nei circoli il trucco è un protagonista indiscusso, e i suoi seguaci godono di notevole ammirazione presso gli altri soci.
Crediamo perciò di far cosa gradita ai nostri lettori riesumando una trappola di un giocatore che certo trucchettaro non era, ma a cui capitò di scoprire diverse possibilità tattiche in apertura grazie al suo instancabile lavoro di analisi: il coriaceo Siegbert Tarrasch
Tarrasch ha vinto con questa stessa sequenza di mosse contro Zukertort (Francoforte 1887) e Gunsberg (Manchester 1890): come commentò il dottore di Breslavia, repetitio est mater studiorum!
Forse qualche socio del Circolo in vena di esperimenti potrebbe riesumare questo vecchio gambetto inventato da Tartakower nei primi anni ’30.
L’effetto sorpresa è garantito e i risultati non sono sempre cattivi, come dimostra questa curiosa miniatura.
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