Il maestro dei maestri

porreca3È appena uscito “Il maestro dei maestri della scacchiera: Giorgio Porreca” (qui è possibile scaricarne il pdf), un libro  che colma, almeno in parte, una grande lacuna nel panorama editoriale scacchistico italiano.

Per chi, come me, ha avuto la fortuna di conoscere Porreca di persona (anche se non così profondamente come altri più fortunati e talentuosi amici napoletani) leggerlo ha suscitato una forte emozione.

Alcune riflessioni a caldo:

  • Bello, a tratti toccante, il ricordo di Ernesto Iannaccone, l’allievo prediletto, forse l’unico che possa riferirsi a lui chiamandolo “Giorgio”.
  • Ernesto Iannaccone e Giacomo Vallifuoco (come tanti altri, me compreso) hanno visto Porreca per la prima volta in carne ed ossa (dopo averlo conosciuto “in libreria”) in un festival a Cava de’ Tirreni.
    Per Ernesto e per Giacomo (e per tanti altri) quella era la prima competizione ufficiale.
    Ulteriore riprova dell’enorme importanza di quei tornei.
  • Nel ricordo di Dario Cecaro [pag. 23] si parla di una importante simultanea tenuta nel 1959 contro 40 avversari “38 vittorie, una patta ed una sconfitta contro un giocatore salernitano di cui Cecaro non ricorda il nome”.
    Ma nel ricordo di Guglielmo Fumo (in cui, però, le vittorie diventano 39 con una sola patta) scopriamo che forse si trattava del “giovane e promettente Fasano” [pag. 29, penultimo capoverso].
  • Mitica la storia del “Si rifiuta” [pag. 20]; e vi assicuro che, raccontata e mimata da un Paolo Soprano o un Biagio Bascetta fa ancora più scompisciare.
  • Porreca non disdegnava il vinciperdi [pag. 16] e ricordo che qualche volta mi sfotticchiava con garbo in proposito. Prima o poi scriverò qualcosa su questo gioco.

Concludo con una storiella in parte vera, in parte non so.
La prima parte (l’incontro a squadre e la presenza dei due protagonisti) è certa; la seconda mi è stata raccontata dopo: forse è vera, forse è romanzata, forse completamente inventata.
Ma mi piace pensare che sia vera.

Napoli, metà anni '70 ...
Incontro a squadre tra il Gruppo Scacchistico Salernitano e l’Accademia Napoletana degli Scacchi (giustamente definita “gloriosa” nel libro).
Sistema Scheveningen (ciascun giocatore di una squadra incontra tutti i giocatori della squadra avversaria); cadenza di gioco lampo o semilampo (non ricordo).
Nella squadra di Salerno, diversi ragazzi tra i 14 ed i 18 anni alle primissime armi, me compreso.
A un certo punto uno dei ragazzi (credo Mario Borrelli) gioca con un signore sui cinquanta, perdendo.
Terminata la partita …

[Ragazzo salernitano] “Lei qui ha sbagliato, il Porreca riporta xyz
[Signore sui cinquanta] “È sicuro? Non mi sembra di aver scritto questo”

Qui un altro bel ricordo del Maestro.

 

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